“Il nodo è che ci si aspettava una salita dei consumi più sostenuta a livello internazionale rispetto a quella in essere”, dice Murano, numero uno di Unem parlando del calo del prezzo del petrolio e della flessione conseguente dei prezzi alla pompa. “La Nuova Guinea ha raddoppiato la produzione, gli Stati Uniti, uragano permettendo, stanno mantenendo un livello alto e poi il greggio russo comunque finisce a prezzi scontati o con premi in alcuni canali e Paesi”, aggiunge nel colloquio con Repubblica.. La discesa sotto i 70 euro è un indicatore delle difficoltà internazionali e della crisi anche dell’industria: “La risposta è sì nella misura in cui ci si aspettava una crescita più sostenuta negli Stati Uniti e in Cina, crescita che non raggiungerà le previsioni», rimarca Murano. “Per me inizia a sentirsi anche la transizione verso l’elettrico, soprattutto in Cina, dove l’auto a batteria ha preso piede, e poi in una parte d’Europa. In Italia è una dinamica che non esiste, ma a livello globale sì. Che aggiunge: «”l 2024 si chiuderà comunque in crescita, 1 milione di barili in più nel mondo e ci aspettiamo che il petrolio sia ancora la prima risorsa energetica, davanti al gas”.