I futures sul petrolio russo degli Urali sono scambiati intorno ai 65 dollari al barile, sopra il limite di prezzo di 60 dollari imposto dall’Unione Europea, dai paesi del G7 e dall’Australia, ma al di sotto del massimo di oltre 4 mesi di 68 dollari il 12 aprile. Dalla prima metà di aprile le rotte si stanno spostando in India e Cina sostenuti da tariffe di nolo meno care. Gli acquisti da parte della Cina, il principale importatore mondiale di greggio, dovrebbero raggiungere un record nel 2023 e il consumo del terzo importatore indiano dovrebbe rimanere robusto. A inizio aprile, inoltre, l’Opec+ aveva annunciato il taglio della produzione di ulteriori 1,6 milioni di barili al giorno (bpd) da inizio maggio fino a fine 2023.