L’Africa, ha ricordato la premier, “sta attraversando una serie di transizioni che potremmo definire epocali da ogni punto di vista: entro il 2050 la popolazione africana supererà quota 2,3 miliardi, un quarto della popolazione globale e la metà di queste persone avrà meno di 26 anni”. Questo, “è uno scenario che ci dice fondamentalmente due cose: che l’Africa si appresta a diventare uno dei principali mercati mondiali e che saremo chiamati a confrontarci con sistemi economici e produttivi sempre più dinamici e intraprendenti”. Per Meloni “dinamismo e intraprendenza che non difettano di certo al sistema produttivo industriale italiano, che sono la base da cui partire per creare sinergie e collaborazioni di medio e lungo periodo con i giovani imprenditori africani”. La premier si dice “convinta che l’investimento nel capitale umano sia uno dei driver di sviluppo della nostra collaborazione, non è un caso che la formazione sia proprio uno dei pilastri del Piano Mattei: ciò che serve – ricorda – è puntare sulla formazione tramite le filiere dei diversi settori produttivi e io sono certa che il settore privato italiano possa fare la differenza, soprattutto su questo”.