“L’inflazione interna rimane elevata, sospinta dai salari che continuano a crescere a ritmo sostenuto. Tuttavia, le pressioni dal lato del costo del lavoro si stanno allentando e i profitti stanno parzialmente attenuando l’impatto dell’aumento delle retribuzioni sull’inflazione. Le condizioni di finanziamento rimangono restrittive e l’attività economica si conferma modesta, di riflesso alla debolezza dei consumi e degli investimenti privati. Secondo le proiezioni degli esperti della BCE l’economia crescerebbe a un tasso pari allo 0,8 per cento nel 2024, che salirebbe all’1,3 nel 2025 e all’1,5 nel 2026. Si tratta di una lieve revisione al ribasso rispetto all’esercizio di giugno, principalmente riconducibile a un minore contributo della domanda interna nei prossimi trimestri”. E’ quanto si legge nell’ultimo Bollettino della Bce.
“Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine e manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo obiettivo. Per determinare livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati, secondo il quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione. In particolare – sottolinea la Banca centrale europea – le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla sua valutazione circa le prospettive di inflazione, alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, la dinamica dell’inflazione di fondo e l’intensità della trasmissione della politica monetaria. Il Consiglio direttivo non intende vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.