Guardando alle misure interessate dai pagamenti che finanziano i nuovi progetti, “in oltre il 40 per cento dei casi gli attuatori sono stati chiamati a fare ricorso a proprie disponibilità per assicurare l’avanzamento della spesa. Le recenti novità normative (d.l. n. 19 del 2024) in tema di elevazione della quota di anticipazione di liquidità potrebbero aiutare, in tali ipotesi, il sostenimento del trend di spesa”. E’ quanto scrive la Corte dei Conti nella Relazione semestrale sul Pnrr precisando che “in poco più della metà delle misure censite, invece, i tassi ancora poco avanzati della spesa non trovano giustificazione in potenziali ostacoli di liquidità, ma in altri fattori, quali la concentrazione della spesa nella seconda parte del Piano ovvero a problematiche attuative di altro genere (come quelle legate alle procedure amministrative)”. Di fatto, segnala la Corte di Conti, “in poco più della metà delle misure censite si rileva un tasso di attuazione della spesa, rispetto al cronoprogramma, che ne denota il collocamento in una fase ancora iniziale (con un tasso inferiore al 15 per cento e in media fermo al 3 per cento), sebbene gli attuatori abbiano ricevuto pagamenti di tesoreria in media molto superiori al cronoprogramma di spesa 2020-2023”. In queste fattispecie, quindi, “la liquidità non ha rappresentato un ostacolo; il tasso ridotto di attuazione finanziaria, pertanto, può essere dovuto o ad una concentrazione della spesa nella seconda parte del Piano, ovvero a problematiche attuative di altro genere (quali quelle legate alle procedure amministrative)”.