“I comuni il loro lavoro lo stanno facendo, il problema sono le autorizzazioni, che sono state sì semplificate, ma che restano tutte. E poi mancano i tecnici: se i contratti scadono nel 2026 pochi sono interessati a lavorare con noi”. Così Antonio Decaro, sindaco di Bari e presidente dell’Associazione dei comuni italiani, in una intervista a La Stampa sulla messa a terra dei progetti legati al Pnrr. “Noi proveremo a fare quello che abbiamo sempre fatto – aggiunge –. I comuni, come dicono le statistiche della Corte dei Conti e della Presidenza del Consiglio, sono gli investitori più importanti del nostro Paese: spendiamo il 25% di risorse per opere pubbliche. Si diceva che non avevamo né personale né risorse per pagare i progettisti eppure, a fronte dei 40 miliardi disponibili, abbiamo presentato progetti per 80 miliardi di euro”. De Caro spiega: “Ci sono progetti che hanno bisogno di molte autorizzazioni e le semplificazioni fatte riguardano le singole procedure – la procedura in Sovrintendenza, l’autorizzazione paesaggistica, la valutazione di impatto ambientale – ma non l’intero iter. Che invece, stranamente, viene semplificato solo per l’edilizia scolastica. Per realizzare una scuola coi fondi del Pnrr hai una corsia più veloce, se vuoi realizzare un’opera di rigenerazione, un intervento di riforestazione urbana, un’opera per la mobilità ciclistica o una tramvia no, non hai le stesse semplificazioni. Per noi le norme previste per le scuole devono invece valere per tutti gli interventi del Pnrr. E aggiungo, dovrebbero valere anche per le altre opere pubbliche finanziate con altri tipi di fondi, perché un asilo è pur sempre un asilo a prescindere dai fondi che si usano”.