“Il servizio ‘ricerca’ del Parlamento europeo produce dei ‘briefing’ che in teoria (come indicato in un disclaimer in ogni briefing) sono documenti ad uso interno preparati per i membri e lo staff del parlamento, e la responsabilità del contenuto è solo dell’autore e non del Parlamento. Spiace quindi constatare che oggi viene dato strumentalmente risalto ed in modo non veritiero alle informazioni contenute nel briefing ed invece non si è dato risalto al Rapporto ufficiale di valutazione intermedia della Commissione europea di febbraio scorso che ha certificato lo stato di attuazione del PNRR, ribadendo che l’Italia è fra quelli più virtuosi”. Così il Ministro per gli Affari europei, il sud, le Politiche di Coesione e il Pnrr Raffaele Fitto in merito all’articolo titolato ‘Bruxelles avverte l’Italia sul PNRR. Troppi progetti rinviati al 2026’, pubblicato questa mattina, a pagina 12, dal quotidiano la Repubblica.
“Il titolo virgolettato ‘Troppi progetti rinviati al 2026’, al contrario di quanto si evince dall’articolo, non è in alcun modo riconducibile allo studio condotto dal Servizio Ricerche del Parlamento europeo”, prosegue il Ministro. “Il briefing PE, invece, riporta che ‘la revisione ha spostato parte delle risorse e degli obiettivi verso la fine del Piano e che la decima rata è diventata la più corposa con il 46% dei target’. La considerazione ‘Troppi progetti’, attribuita allo studio europeo, è palesemente priva di fondamento, anche perché il fatto che numerosi target siano collocati nella fase finale del Piano rappresenta la normalità di un ambizioso programma pluriennale di riforme e soprattutto investimenti, come avviene in tutti gli Stati membri”, spiega Fitto.