La normativa italiana che vieta la commercializzazione di sacchetti monouso fabbricati con materiali non biodegradabili e non compostabili, ma che rispettano la direttiva sugli imballaggi del 1994, è contraria al diritto dell’Unione europea. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell’Ue, che difende la validità delle normative europee. Anche se ci sono materiali diversamente riciclabili ma si soddisfano gli altri criteri previsti dalle normative in vigore, il diritto nazionale non può prevalere su quello comunitario. Si può tuttavia riconoscere una deroga allo Stato membro “a condizione che essa sia basata su nuove prove scientifiche relative alla protezione dell’ambiente emerse successivamente all’adozione di una norma Ue, e a condizione che lo Stato comunichi alla Commissione le misure previste e i motivi della loro adozione”.