“Sempre in tema climatico, mi sembra che ci sia una prevalente attenzione allo stoccaggio geologico del carbonio rispetto alla possibilità che silvicoltura, forestazione e coltivazione possano offrire rispetto allo stoccaggio naturale. Questa carenza di attenzione si legge soprattutto nel capitolo della ricerca, invece abbiamo proprio bisogno di incentivare la ricerca non soltanto sul piano forestale ma anche su quello delle attività di coltivazione per misurare questo impatto”. Lo dice il capo area Ambiente di Coldiretti, Stefano Masini, in audizione davanti alle commissioni riunite Attività produttive e Ambiente della Camera, sulla proposta di aggiornamento del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima. “Però – continua -, la valutazione più consistente riguarda l’integrazione tra coerenza di politiche energetiche, climatiche e agricole, perché è molto difficile costruire un piano che risponda agli interessi e alle possibilità di sviluppo delle energie rinnovabili in agricoltura senza che si determino le condizioni di individuazione delle aree idonee, sulle quali si lamenta un lungo e faticoso ritardo per poter consentire di programmare nelle diverse regioni la corretta localizzazione degli impianti. Questo determina notevoli contenziosi operativi, interrompe lo sviluppo delle energie rinnovabili di matrice agricola e costituisce, in alcune circostanze, elemento di freno alla attività multifunzionali delle imprese”.