“La lotta al cambiamento globale è la madre di tutte le battaglie della contemporaneità” ma “non si può sacrificare un altro bene essenziale, e culturale, come il paesaggio per collocare ovunque gli impianti fotovoltaici e le pale eoliche per l’energia alternativa”. Lo dice, intervistato dal Corriere della Sera, Marco Magnifico, presidente del Fai-Fondo per l’ambiente italiano. Occorre, spiega, “un approccio propositivo per individuare le aree dove si possono collocare convocando un tavolo tra ministeri dell’Ambiente, della Cultura, dell’Agricoltura, dello Sviluppo economico con la conferenza Stato-Regioni e l’Anci, l’associazione dei Comuni”. “Il solo strumento del “no” e dei vincoli non basta e non è risolutivo”, aggiunge. Per Magnifico, sono diverse le aree che potrebbero essere utilizzate per il fotovoltaico, come “aree produttive, aree industriali e commerciali, discariche, aree già degradate e con terreni compromessi. Terreni agricoli adiacenti alle stesse aree industriali e commerciali, magari non oltre i trecento metri. Lo stesso discorso si può fare per le pale eoliche”. “L’istituzione manca – aggiunge – è latitante, e ciascuno fa come crede. Per questo pianificare è l’unica soluzione”.