“Mobilità elettrica e fonti rinnovabili possono avere sussulti, ma sono diventate corsie vincenti di un processo che non si può più arrestare”. Lo dice Gianni Silvestrini, direttore scientifico del Kyoto Club e presidente del comitato tecnico-scientifico di Key – The energy transition expo al via oggi a Rimini. In un colloquio con Il Sole 24 Ore poi spiega: “La mia non è una posizione ideologica. Già oggi in larga parte del mondo la produzione solare ed eolica è la forma più economica di energia. Ecco perché sono fiducioso che raggiungeremo i target green prefissati dall’Ue, nonostante la forbice che vedo in questo momento sul mercato, dove c’è da un lato un’evoluzione tecnologica che avanza spedita, riducendo i costi e permettendo la diffusione su larga scala, e dall’altro lato un contesto politico in Europa sempre meno favorevole all’ambientalismo, come dimostrano i cortei dei trattori”. E ancora: “Il nucleare non è una chance per il nostro Paese, arriviamo in ritardo e i costi di costruzione delle centrali sono raddoppiati – spiega Silvestrini – tanto che si stima che al 2050 il contributo energetico del nucleare su scala mondiale potrà arrivare all’8%. Sapremo solo fra una decina d’anni se i piccoli reattori modulari funzionano, mentre il punto vero in Italia, per arrivare al 65% di rinnovabili nel 2030, è intervenire e investire sui sistemi di accumulo a lunga durata. Se non si risolve questo passaggio avremo un sistema energetico pulito che non regge, è sullo storage che l’Italia deve dedicare risorse e innovazione”.