“Finalmente siamo riusciti a vedere separate le tecnologie del fotovoltaico e dell’eolico, essendo notoriamente la seconda più costosa della prima. Tuttavia non credo si riuscirà a colmare la capacità massima incentivata messa a disposizione per l’eolico”. Lo dice Simone Togni, presidente dell’Anev, l’associazione che riunisce 125 aziende del settore. “Se da una parte il Fer X transitorio è un sistema disegnato benissimo per valorizzare i progetti più efficienti, con un contingente mobile che aumenta al diminuire delle tariffe con le quali si partecipa all’asta, fatico a pensare che ci saranno 2,5 GW di progetti in grado di offrire 65 euro al MWh, che è la stima per coprire appunto la capacità massima, con impianti in consegna nel 2028. Si tratta di un prezzo fuori mercato: in tutta Europa si viaggia almeno sugli 80-85 euro al MWh”, aggiunge a Il Sole 24 Ore.
Togni sottolinea poi lo sforzo produttivo: “Nonostante siano stati ridotti i costi iniziali di fidejussione per la partecipazione all’asta, come avevamo richiesto e apprezziamo lo sforzo del Mase e del Gse in questa direzione, le spese per chi sviluppa un impianto restano alte: dalle autorizzazioni ai rincari delle materie prime, senza contare quelli dei recenti dazi.Ci è stato detto che se non verranno assegnati i GW incentivati ci saranno correzioni nel prossimo decreto Fer X che dovrà essere operativo per il 2026, tuttavia non si è ancora visto. E se non esce ora è un problema: gli operatori hanno bisogno di pianificare”.