“In Italia ci sono al momento progetti di parchi eolici per circa 1 gigawatt fermi, con la tariffa già ottenuta: non si riescono a realizzare gli impianti perché l’aumento dei costi della tecnologia non lo permette”. Così Simone Togni, presidente di Anev, l’associazione che riunisce circa 100 imprese che operano nell’eolico e 5mila aziende che sono produttori e operatori di energia elettrica. “Il problema è che la tariffa incentivata è stata ottenuta in base ai costi della tecnologia precedenti alla costruzione dell’impianto. Tra il momento dell’aggiudicazione della tariffa all’asta e oggi, l’aumento dei costi ha bloccato quegli investimenti. O si adegua la tariffa o quei progetti resteranno fermi in attesa che i costi della tecnologia scendano. Con un problema: gli impianti hanno un termine massimo per essere terminati dal momento in cui viene aggiudicata la tariffa: 2 anni, che sono diventati quasi 3 grazie ai decreti legati all’emergenza ucraina. È un po’ di respiro in più. Tuttavia i costi della tecnologia non stanno scendendo e con la crisi israeliana non vedo miglioramenti all’orizzonte. Senza contare il fatto che le autorizzazioni scadono”, dice ancora Togni a Il Sole 24 Ore.