Il Marocco ha presieduto una sessione plenaria sulla garanzia del diritto di accesso dei migranti ai servizi di base, nell’ambito della seconda revisione regionale del Patto globale per una migrazione sicura, ordinata e regolare (il cosiddetto Patto di Marrakech) che si è aperta ieri al Cairo, organizzata dalla Lega araba, dalla Commissione economica e sociale per l’Asia occidentale (ESCWA) e dalla Rete migratoria delle Nazioni Unite. La sessione plenaria è stata caratterizzata dalla presenza di rappresentanti di governi arabi, organizzazioni internazionali, istituzioni e ong interessate alle questioni migratorie.
Intervenendo in questa occasione, il Direttore delle Questioni Globali del Ministero degli Affari Esteri, della Cooperazione Africana e dei Marocchini all’Estero, Ismail Chekkouri, ha sottolineato l’importanza dell’effettiva attuazione del goal 15 del Patto globale, che consiste nel lavorare per garantire il diritto di accesso dei migranti ai servizi di base. Come riporta l’agenzia Map, le sfide e le crisi che la regione araba deve affrontare non hanno impedito a questi paesi, in particolare al Marocco, di fare progressi, attuando programmi e sviluppando buone pratiche in grado di consentire ai migranti l’accesso ai servizi di base, come la sanità, l’istruzione e la formazione professionale.
Chekkouri, prendendo la parola anche durante la sessione ad alto livello sui percorsi migratori regolari, ha sottolineato l’interesse vitale che il Regno del Marocco ripone nell’attuazione degli obiettivi nobili e pragmatici del Patto Globale, in conformità con le Alte Linee Guida contenute nel messaggio reale inviato da Re Mohammed VI alla Conferenza Intergovernativa per l’adozione del Patto, che si è tenuta a Marrakech nel dicembre 2018. In quell’occasione, il Sovrano aveva ricordato che “il Patto non è fine a se stesso. Ha senso solo attraverso la sua effettiva attuazione”. In questo senso, ha ribadito l’approccio del Marocco per cui prioritari sono il dialogo, la cooperazione e la solidarietà con i suoi partner, e che mira a sancire una governance regionale e internazionale vantaggiosa per tutte le parti, sulla base di un accordo con impegni chiari.
A questo proposito, Re Mohammed VI ha chiesto sforzi congiunti per evidenziare il contributo positivo dei migranti al raggiungimento degli Obiettivi di sviluppo sostenibile 2030 delle Nazioni Unite e alla lotta contro l’aumento dell’odio, del razzismo e della discriminazione nei confronti di questa categoria.