Secondo l’European Drought Observatory, nella terza decade di agosto il 25% dei territori europei era in condizione di “alert” (rosso) ed il 35% di “warning” (arancione) per le condizioni idroclimatiche. Per il Consiglio Nazionale Ricerche il 38,5% delle aree agricole irrigate in Italia è interessato da siccità severa od estrema, così come il 9,1% dei terreni agricoli non irrigati ed il 20,9% dei prati-pascoli. Secondo lo European Join Research Center (JRC-EU), il 2022 è l’anno peggiore dal 1500 a causa del binomio temperatura-siccità.
“Sono dati climaticamente sconvolgenti ed assai difficili da interpretare per un futuro, comunque caratterizzato da forte instabilità. Ciò dovrebbe convincere anche i più scettici sull’urgenza di aumentare la resilienza idrica dei territori, realizzando bacini capaci di trattenere le acque di pioggia, che ormai arrivano in maniera imprevedibile”. E’ questo il commento di Francesco Vincenzi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue, di fronte alle analisi e agli andamenti resi noti dal report settimanale dell’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche.