Coldiretti lancia l’allarme siccità, colpa di un inverno troppo caldo, “on i grandi laghi che hanno ora percentuali di riempimento che vanno dal 22 per cento del lago di Como al 37 del lago di Garda, fino al 44 di quello Maggiore, mentre il livello idrometrico del fiume Po al Ponte della Becca è sceso a -3,2 metri, come in piena estate, e si registra anche lo scarso potenziale idrico stoccato sotto forma di neve nell’arco alpino ed appenninico”, si legge su La Stampa. Tutto questo condiziona le scelte delle aziende agricole “che si stanno spostando da mais e riso verso colture come soia e frumento”, dice ancora Coldiretti. Trecentomila mila imprese agricole ubicate nelle aree più colpite dall’emergenza siccità del Centro Nord sono allo stremo. Dice ancora Coldiretti: “La situazione più drammatica si registra nel bacino della pianura padana dove nasce un terzo dell’agroalimentare made in Italy e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo”.