“Lo Spazio è diventato un fattore cruciale per garantire la sicurezza globale, non solo come frontiera da esplorare, ma anche come infrastruttura indispensabile per la nostra società e le nostre vite quotidiane”. Lo dice Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo. In un’intervista a La Stampa spiega: “È anche sulla possibilità di monitorare e comprendere dallo Spazio cosa accade sulla Terra e cosa accade nell’ambiente spaziale che si giocherà la capacità degli Stati di garantire la sicurezza. È chiaro che la costruzione di un soggetto industriale europeo ha bisogno di valutare la complementarità dei prodotti e la risposta dei mercati. Noi abbiamo progetti con l’Esa, ma anche con la Nasa e altri partner internazionali. Noi vogliamo lanciare una nuova costellazione di satelliti in orbita bassa che consiste in 18 satelliti militari finanziati principalmente dal ministero della Difesa”. E ancora: “Stiamo lavorando con Thales e Airbus. È evidente che in uno scenario così competitivo servono dei giganti europei”.
Nello specifico l’ex ministro sottolinea: “L’Europa rimane tradizionalmente legata al suo modello di 27 stati membri molto frammentati, con poca sinergia e, per quanto ci sia l’Esa, si tende a fare dei programmi che devono garantire il ritorno geografico degli investimenti. Da un lato questo è comprensibile, però dall’altro fa sì che la competitività si perda. E questo modello sembra non essere più adeguato a competere con il modello pubblico-privato come quello americano. Altri Paesi si stanno affacciando rapidamente su questo mercato. E il fatto che per il 2030 si prevedano mille miliardi di dollari nell’economia dello spazio fa capire che chi rimane fuori da questo mercato, tra pochi anni, rischia di rimanere fuori per sempre”.