“Il primo – spiega il ministro – sono gli investimenti infrastrutturali. La pianificazione delle infrastrutture, prima di tutto quelle di trasporto, deve incorporare anche la variabile della domanda turistica. Secondo, gli investimenti in formazione. Mi riferisco alla formazione tecnica, a quella manageriale, senza dimenticare quella linguistica. Servono scuole del turismo moderne ed è questo un ambito su cui le istituzioni pubbliche devono lavorare a fianco degli operatori del settore, per allineare i fabbisogni ma anche per aprire immediatamente le porte del mercato del lavoro agli studenti. Quindi come terzo punto gli investimenti in digitalizzazione. Se guardiamo agli scorsi 20 anni e alla prima ondata dell’ICT, vediamo che gli operatori che hanno compreso le potenzialità delle piattaforme digitali sono diventati i grandi vincitori della trasformazione della settore turistico. Nell’era della intelligenza artificiale, questa sfida raddoppia, ovvero solo chi adotterà un approccio proattivo all’adozione delle tecnologie resterà competitivo”.