“Dopo gli orrori delle guerre mondiali, dei campi di sterminio, delle deportazioni di massa, pensavamo di aver appreso abbastanza dalla storia per poter dire di “no” alle guerre o, in ogni caso, saperle arginare con la diplomazia e i negoziati. E invece abbiamo superato la regola del ‘occhio per occhio, dente per dente’ che quanto meno imponeva una proporzione al male legandola a quello subito”. Lo dice il cardinale vicario di Roma Baldo Reina. In una intervista a La Stampa aggiunge: “La difesa la si fa coincidere col riarmo pensando che dalla produzione di armi possa nascere la pace. La guerra è sempre una sconfitta. La corsa alle armi è una sconfitta che si macchia di altro sangue. All’Europa è mancata un’operazione culturale e antropologica su ampia scala in grado di recuperare le radici cristiane e umanistiche e farle diventare punto di crescita. Il grande progetto delle ‘famiglie di nazioni’ alimentato dal pensiero politico di De Gasperi, Schumann e Adenauer non è riuscito a strutturarsi in maniera compiuta e i capisaldi valoriali che lo sostenevano non sono stati assimilati fino al punto da diventare cultura condivisa. L’unità è stata prettamente economico-finanziaria con diverse velocità di crescita e di sviluppo non accompagnate da un progetto comune”.