Il raccolto di grano In Ucraina è stimato quest’anno pari a 19,4 milioni di tonnellate, circa il 40% in meno rispetto ai 33 milioni di tonnellate previsti mentre al contrario sale la disponibilità in Russia dove la produzione aumenta del 2,6% per raggiungere 84,7 milioni di tonnellate delle quali circa la metà destinate all’esportazioni (39 milioni di tonnellate). E’ quanto emerge dall’ analisi della Coldiretti in riferimento al colloquio tra il presidente russo, Vladimir Putin, e il premier Mario Draghi sulla necessità di sbloccare il traffico navale sul Mar Nero. “Il controllo delle scorte alimentari–sottolinea la Coldiretti – rischia di sconvolgere gli equilibri geopolitici mondiali con Paesi come Egitto, Turchia, Bangladesh e Iran che acquistano più del 60% del proprio grano da Russia e Ucraina ma anche Libano, Tunisia Yemen, e Libia e Pakistan sono fortemente dipendenti dalle forniture dei due Paesi”. Una situazione che riguarda direttamente anche l’Ue nel suo insieme, dove, precisa la Coldiretti, “il livello di autosufficienza delle produzione comunitaria varia dall’82% per il grano duro destinato alla pasta al 93% per i mais destinato all’alimentazione animale fino al 142% per quello tenero destinato alla panificazione” secondo l’analisi della Coldiretti sull’ultimo outlook della Commissione Ue che evidenzia “l’importanza di investire sull’agricoltura per ridurre la dipendenza dall’estero e non sottostare ai ricatti alimentari”.
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