Boris Bondarev, ex consigliere della rappresentanza moscovita presso l’Onu a Ginevra, diventato nel febbraio 2022 il più alto funzionario russo a defezionare, non ci sono margini concreti per arrivare alla pace tra Russia e Ucraina. “Vladimir Putin conosce soltanto il linguaggio della forza, ed è con la forza che lo si piegherà, non con i bla bla bla”. Nel colloquio con Repubblica Bondarev parla del piano Trump in 28 punti: “È più favorevole a Mosca che a Kiev, ma è inesatto dire che soddisfi in pieno le richieste russe. Al momento, la Russia potrebbe accogliere così come sono un paio di punti, come il veto di adesione alla Nato per Kiev. Ma tutti gli altri sono per Mosca da rivedere, come le garanzie di sicurezza per Kiev che ricalcano gli impegni di mutua difesa della Nato, l’uso dei fondi russi congelati per la ricostruzione ucraina o la rimozione graduale delle sanzioni. Per non parlare del cosiddetto ‘Consiglio di Pace’ guidato da Donald Trump che supervisioni il rispetto dell’intesa: Putin non accetterebbe mai che qualcuno lo supervisioni”.