Ucraina, ex oligarca russo: Trump non può forzare Kiev sul Donbass

Ex oligarca e oggi uno dei principali leader dell’opposizione russa in esilio, Mikhail Khodorkovsky sostiene che l’unico modo per fermare l’esercito russo in Ucraina sia una “minaccia personale” a Putin, oppure un improbabile accordo tra Usa e Cina. L’Europa o diventa un vero soggetto politico o rischia di trasformarsi in vassallo, non solo degli Usa, ma anche della Russia. E’ quanto emerge da un’intervista di Khodorkovsky a La Stampa: “La situazione è semplice: Putin ritiene di poter ottenere almeno l’intero Donbass, mentre Zelensky non può cedere le aree non ancora occupate dalla Russia. La società ucraina difficilmente lo accetterebbe e Zelensky perderebbe la sua posizione. In assenza di imprevisti, tutti attenderanno finché le truppe russe non conquisteranno i territori che Putin considera necessari”, spiega. E ancora: “Trump non può davvero premere su Zelensky: conosce l’orientamento del suo elettorato e, a giudicare dai sondaggi, la società americana oggi — inclusi molti repubblicani — sostiene l’Ucraina, pur non considerandola una priorità quotidiana. Trump non vuole passare per colui che ha “abbandonato” Kyiv. Si trova quindi davanti a una decisione sgradevole: esercitare una vera pressione su Putin, ad esempio con la fornitura dei missili Tomahawk. Mosca leggerebbe una mossa del genere come una minaccia personale per il leader e la sua cerchia, con possibili risposte imprevedibili. Per questo, dopo aver parlato con Putin, Trump fa spesso un passo indietro, indebolendo la propria posizione negoziale. Tuttavia, senza creare una minaccia per Putin, non c’è alternativa a questo scenario. Un’altra opzione sarebbe un accordo con la Cina. Ma cosa offrire a Pechino perché imponga un embargo alla Russia?”.