“La posizione degli Usa è tutt’altro che netta o immutabile. Per quanto riguarda la Russia, sarebbe ingenuo credere che la rinuncia al Donbass equivalga a una mera concessione territoriale”. Così il politologo e analista russo Nikolay Petrov, capo del Centro per la ricerca politico-geografica di Berlino e Senior Fellow presso Chatham House. In una intervista a La Stampa aggiunge: “La richiesta del Cremlino è di assicurarsi il controllo, in una forma o nell’altra, sulla politica estera dell’Ucraina”. E ancora: “Alcuni Paesi dell’Ue – come Ungheria e Slovacchia, e ora anche la Repubblica Ceca – stanno assumendo una posizione su Kiev che si discosta dalla linea comune europea. L’erosione dell’unità europea in futuro probabilmente non farà che intensificarsi. E non soltanto per via degli scandali in Ucraina, ma principalmente a causa dell’inevitabile revisione della strategia dell’Ue sulla guerra, che oggi non sta ottenendo gli obiettivi dichiarati e che domani sarà del tutto impraticabile alla luce dell’indebolimento del sostegno degli Stati Uniti”.