“Abbiamo il dovere di correggere alcuni limiti della Commissione, e ci batteremo per farlo. Ma sarebbe stato surreale e autolesionista regalare l’astensione a Orban e Vannacci”. Così Stefano Bonacci, eurodeputato del Pd, commenta il voto su Ursula von der Leyen. Spiega a La Stampa che “la battaglia si fa sui temi, non regalando la Commissione all’estrema destra. Ora serve mettere in campo l’agenda Draghi, a partire dal debito comune, per fare ripartire la crescita”. E ancora: “Abbiamo ottenuto che non venga ridotto il Fondo Sociale Europeo, che la destra avrebbe voluto cancellare. E a breve apriremo un fronte sulla proposta del prossimo bilancio 2028-2034: guai se vengono tagliate le politiche di coesione o i fondi della politica agricola comunitaria”. Bonaccini poi sottolinea: “23 su 27 governi europei sono di destra, e questo inevitabilmente condiziona parti del Ppe. Ma quello che noi pretendiamo di evitare in ogni modo è la politica dei due forni da parte della Commissione. Oggi comunque mi sembra chiara la sconfitta politica di Fratelli d’Italia”. E ancora: “Fratelli d’Italia aveva costruito un nuovo gruppo per dare sostegno alla Commissione, e nemmeno un anno dopo proprio Ecr chiede le dimissioni di Von der Leyen, coi colleghi di FdI che non hanno neanche il coraggio di votare. Se fossi nel vicepresidente Raffaele Fitto sarei preoccupato. E rilevo che la maggioranza di governo in Italia si è comportata in tre modi diversi”.