“Non vorrei che stessimo abbaiando all’albero sbagliato. Davvero vogliamo competere con la Cina sul prezzo del manifatturiero? Secondo alcuni studi, anche se mettessimo dazi al 100% sulle auto cinesi, non riusciremmo lo stesso a vincere sul prezzo. Del resto, anche gli Stati Uniti oggi producono meno auto rispetto all’Europa”. Così Piero Cipollone, del comitato esecutivo della Bce. Ci sono settori “che spiegano il divario di produttività tra l’Europa e gli Stati Uniti e che ci indeboliscono nella concorrenza con la Cina: tecnologia e finanza”, aggiunge. Poi nell’intervista a Il Corriere della Sera spiega. “Non è sufficiente adottare le soluzioni sviluppate da altri, è importante essere anche in grado di competere in questi settori. Se un’impresa europea adotta alte tecnologie come l’intelligenza artificiale, produrrà di più a parità di input di lavoro. Ma probabilmente questo incremento non si trasformerà in maggiore valore aggiunto. Infatti, a fornire quelle soluzioni alle imprese europee spesso è un monopolista delle Big Tech americane e probabilmente sarà lui ad appropriarsi di quell’aumento di produttività fisica aumentando il prezzo dei servizi. Il che alza i costi di produzione e riduce il valore aggiunto delle imprese europee”. E ancora sulla Bce: “Da giugno lo staff ha rivisto al ribasso le stime del Pil tre volte. Fra il 2024 e il 2026 la revisione cumulata dà quasi un punto percentuale di prodotto interno lordo in meno. E le stime attuali considerano solo parzialmente l’incertezza legata alla futura politica commerciale americana. Questo porta molti operatori a restare alla finestra”.