Negli scambi di opinioni sulla relazione sul futuro della competitività europea tenuti con gli ambasciatori degli Stati membri e con i leader politici del Parlamento europeo a Bruxelles, Mario Draghi ha osservato che negli ultimi decenni la competitività europea è stata soggetta a una serie di “freni strutturali”: il ritardo nella capacità di innovazione, l’aumento dei prezzi dell’energia, le carenze di competenze, la necessità di accelerare rapidamente la digitalizzazione e di rafforzare con urgenza le capacità di difesa comune dell’Europa. Lo riferiscono fonti qualificate. L’ex premier italiano ha sottolineato che la relazione contribuirà alla riflessione sulle sfide che l’Europa deve affrontare e su come l’Unione, le sue istituzioni, gli Stati membri e le parti interessate possano insieme superarle per riconquistare il vantaggio competitivo dell’Europa. Draghi ha espresso soddisfazione per il fatto che molte delle idee contenute nella relazione sono già state inserite negli orientamenti politici presentati a luglio da Ursula von der Leyen per il suo secondo mandato come Presidente della Commissione. Ha inoltre sottolineato che questo lavoro si rifletterà nelle lettere di missione dei Commissari designati. Draghi ha infine sottolineato che spetterà ai leader dell’Ue, ai parlamentari europei, alle istituzioni europee e agli Stati membri decidere come portare avanti il suo lavoro e trasformare le sue raccomandazioni in risultati concreti per i cittadini europei.