“La priorità è rafforzare le banche su base europea, non difendere gli interessi nazionali. Oggi l’Italia può giocare un ruolo chiave, ma deve guardare in ottica transnazionale”. Così Ignazio Angeloni, economista ed ex membro del consiglio di Sorveglianza della Banca centrale europea (Bce). “Fra le raccomandazioni del Rapporto Draghi c’è quella di favorire le aggregazioni bancarie fra Paesi diversi, per aumentare l’integrazione – quindi la concorrenza – e rendere le banche europee più concorrenziali a livello globale. Per fare questo, Draghi ritiene che alle banche che operano in più Paesi dell’area euro si debbano applicare regole esclusivamente europee”, aggiunge a La Stampa. Per Angeloni “opporsi a quelle aggregazioni sulla base di criteri di nazionalità rischia di rallentare il progresso del sistema in un momento in cui invece è urgente che l’Europa diventi più forte, anche nelle proprie banche, per affrontare un contesto internazionale sempre più difficile e per finanziare un volume crescente di investimenti”. I risparmi privati possono essere d’aiuto: “È la sfida più importante per l’Europa nei prossimi tre-cinque anni è quella di avvicinare il risparmio a forme di investimento nei settori innovativi, più rischiosi a lungo termine”.