“L’urgenza di questo rapporto nasce dal fatto che tutti i dati dimostrano che cinesi e indiani da una parte e americani dall’altra stanno andando più forte di noi europei, soprattutto innovando di più”. Così l’ex premier Enrico Letta, presidente dell’Istituto Jacques Delors. In una intervista a Il Corriere della Sera spiega sul mercato unico che “è la nostra vita di ogni giorno: da lui dipende la possibilità di studiare in un Paese europeo, la facilità di vendere i propri prodotti o la possibilità di trovare un lavoro in un altro Paese Ue, dipendono gli standard di sicurezza. È la forza della nostra economia, quindi renderlo meglio funzionante dà più opportunità ai singoli cittadini. Se è troppo frammentato tra i singoli Paesi, non siamo in grado di competere con cinesi e americani”. Letta dice poi: “La frammentazione del mercato finanziario europeo lo rende poco attrattivo: si calcola in 300 miliardi di euro l’anno la cifra di risparmi di noi europei che se ne va negli Stati Uniti invece di finanziare l’economia europea e la transizione verde e la difesa”. Proprio sul green si concentra l’ex premier: “C’è bisogno di mettere insieme il finanziamento privato, rendendo il finanziamento di queste iniziative appetibile per i capitali privati, e finanziamenti pubblici come è stato per Next generation Eu. Ma in questa fase ci sono i Paesi nordici, come la Germania e non solo, che sono profondamente contrari a mettere soldi nuovi. Quindi bisogna sbloccare questa situazione attraverso una serie di strumenti innovativi, come degli strumenti di risparmio che consentano al cittadino di avere buoni tassi di interesse e di non rischiare e allo stesso tempo far sì che questi soldi alimentino il finanziamento della transizione e non si perdano invece dentro i conti correnti bancari o finiscano negli Stati Uniti”.