“Adesso per l’Unione diventa particolarmente importante attestarsi su un metodo di governo che torni molto di più ai poteri comunitari. A maggior ragione in questa fase di debolezza di alcuni dei principali governi, dare forza alle istituzioni di Bruxelles dovrebbe servire per realizzare — fra l’altro — quanto propongono Enrico Letta e Mario Draghi nei loro rapporti”. Così Mario Monti, ex presidente del Consiglio ed ex commissario alla Concorrenza. “Gli ostacoli sono i nazionalismi, non lo scopriamo certo adesso. Ma adesso diventa essenziale prevenire qualunque tentativo degli Stati membri — o qualunque tentativo dall’esterno — di disgregare la politica commerciale europea, che è una delle poche funzioni di governo che è stata davvero messa in comune dall’Unione”, aggiunge a Il Corriere della Sera. Monti poi spiega che “il rischio maggiore è che l’Europa prenda paura. Non dobbiamo. Per quanto riguarda l’Europa, Trump sembra incarnare il Caligola dell’’oderint dum metuant”’: mi odino pure, purché mi temano. Ma non dobbiamo temerlo, perché abbiamo gli strumenti”. Poi su Giorgia Meloni e il rapporto preferenziale con il presidente Usa: “È bene che la presidente del Consiglio se può parlare parli, ma non deve dare a Trump l’idea che può evitare di parlare con Ursula von der Leyen. Meloni dovrebbe rifiutarsi di fare da sostituto. Se ammettiamo che parlare con Bruxelles diventi facoltativo, per l’Unione europea sarebbe un po’ la fine. Per questo bisogna far leva là dove Bruxelles ha i poteri più diretti ed effettivi”.