La Difesa comune “non è una via d’uscita: di fronte ai cambiamenti che si stanno verificando nel mondo è una necessità assoluta. Non è necessario avere un esercito, ma almeno un luogo in cui si decida insieme. Sul fatto che gli Stati siano pronti, penso di no. C’è un inizio di collaborazione industriale, ma la difesa comune significa che qualcuno prende decisioni valide e accettate da tutti”. Così Romano Prodi, ex premier, in un dialogo con La Stampa. Poi aggiunge: “Devo dire con orgoglio che durante la mia Commissione abbiamo messo in atto l’euro, abbiamo fatto l’allargamento… e poi c’è stata la bocciatura del progetto di Costituzione da parte della Francia. Lì è cominciata la decadenza della capacità di decidere. Il potere è passato dalla Commissione al Consiglio, il diritto di veto ha cominciato a essere la regola. È evidente che, quando l’Europa non decide nulla, la gente smette di amarla”.