Ue, Prodi: Torni a decidere per ridare speranza all’Europa

“La Via della seta aveva emozionato perché sembrava la ripresa del grande rapporto fra Europa e Cina nel nome di Marco Polo. Anche io ero favorevole, ma è diventato uno strumento di politica estera. Molto utile per loro, sono andati in Africa, verso il Pakistan, un po’ in tutto il mondo. E gli europei alla fine ne sono rimasti fuori”. Così Romano Prodi, ex premier ed ex presidente della Commissione europea. in una intervista a il Sole 24 Ore aggiunge sul rapporto tra Cina e Europa: “C’è il gran problema dell’incertezza della politica. Ci vedono come una istituzione che non sa decidere. Pensano che Bruxelles possa comunque essere un mediatore importante, come lo era stato in passato. Anche loro aspettano un nostro segnale. C’è quasi nostalgia dei tempi in cui si prendevano le decisioni”. Poi sull’Europa: “Abbiamo fatto l’euro, abbiamo fatto l’allargamento ad Est. Abbiamo fatto cose meravigliose come il mercato comune. Il problema è che siamo impiccati alla regola dell’unanimità, e questo blocca ogni decisione. Il potere è passato dalla Commissione, organo sovranazionale, al Consiglio che rappresenta i singoli Paesi. Può anche andare bene ma non può essere accompagnato da una regola come questa perché non è democratica. Ogni Paese ha come il diritto di bloccare qualsiasi decisione. Quindi questo vuol dire non decidere”. E sul rapporto Draghi: “Finora è in un cassetto e chiuso a chiave. Io speravo che almeno quello che non costa niente si potesse fare. Perché appena uscì il rapporto Draghi la Germania disse che costava troppo. Allora – dico io – si poteva avviare la semplificazione che non costava niente. Vedo solamente delle belle proposte ma nessuna decisione. Allora, ed è proprio l’ultima riflessione che voglio fare, sta succedendo che i giovani non hanno mai visto una grande decisione dell’Europa. Il risultato è che dalle inchieste sociologiche risulta che sono i meno favorevoli all’Europa. Ed è assurdo. Dunque penso che dobbiamo ricominciare a decidere per ridare speranza nell’Europa”.