“I dazi indiscriminati sono altamente problematici per l’economia. Gli Stati Uniti hanno 36 volte più lavoratori nelle industrie che utilizzano acciaio e alluminio rispetto a quanti ne abbiano le industrie dell’acciaio e dell’alluminio stesse. I dazi protettivi spesso hanno effetti a valle più ampi di qualsiasi effetto protettivo immediato. I dazi mettono in moto una serie di ulteriori reazioni: l’inflazione più alta può portare a tassi di interesse più alti, dazi più alti significano un dollaro più forte, e un dollaro più forte penalizza le esportazioni. Questo non sarà positivo per l’economia”. Lo dice l’economista Larry Summers, ex Segretario al Tesoro di Bill Clinton. In un’intervista a Il Corriere della Sera aggiunge sull’Europa: “L’analisi di Draghi è molto solida, soprattutto quando evidenzia il fallimento dell’Europa nel settore digitale. Ma non vedo prove di una forte spinta verso un’implementazione rapida, specialmente considerando le tensioni politiche in Germania e Francia. Temo che tra 6 o 7 anni avremo un rapporto Lagarde che coprirà un terreno simile al Rapporto Draghi, come le raccomandazioni suggerite nel rapporto Draghi non sono idee completamente nuove”. E ancora: “Per la Cina, la crescita deve essere guidata dalla domanda interna e da un maggiore sostegno ai consumi. L’Europa ha bisogno di riforme strutturali e maggiore coesione, in particolare nella promozione dell’imprenditorialità e degli investimenti in innovazione. Vedo un enorme potenziale in India, ma la sua realizzazione dipenderà dalla capacità del governo di fare un passo indietro dall’economia. Il primo ministro Modi è stato spettacolare a energizzare l’economia, molto dipenderà da quanto successo avrà come liberalizzatore”.