L’Italia deve ricoprire un ruolo importante in Europa. E Nicola Zingaretti, capo delegazione del Pd a Strasbirgo, lo dice forte e chiaro: “Non solo è giusto, è ovviamente giusto. Non solo abbiamo contribuito come Paese, ma anche guidato il continente. Con David Sassoli, con Paolo Gentiloni, con Romano Prodi, con il ruolo che abbiamo avuto sul Covid e sul Pnrr. Non è un’opinione, è un fatto storico. E sì, vale anche ora. L’Italia deve avere il riconoscimento che merita, ma proprio per questo è importante che si prosegua nel solco del programma europeista votato a luglio, e che adesso va attuato”. In una intervista a Il Corriere della Sera parla poi di Raffaele Fitto: “Non siamo ancora in una fase di consegna delle deleghe. Per ora circolano soltanto delle ipotesi. Siamo sempre lì, al tema politico ineludibile: si fa un passo indietro o si va avanti sull’Unione? Mi auguro che il commissario Fitto voglia pronunciarsi in questa direzione. E allora si vedrà che tutto diventerà più semplice e chiaro”. E ancora sul o di Meloni a von der Leyen: “Abbiamo denunciato che quel voto avrebbe creato problemi all’Italia. E i problemi sono figli di un errore antieuropeista di chi guida il governo. Ma no, non è ragione per penalizzare l’Italia, a condizione che si capisca che l’integrazione è l’unica strada, va promossa, e non fermata. Serve chiarezza. Non si può sostenere solo a parole, come ha fatto Nicola Procaccini, il copresidente di Ecr, sul Corriere, che ci vuole più Europa per poi ripromettersi di guidarla all’insegna del meno Europa. È una contraddizione che va risolta”.