“Penso che il presidente abbia preso la decisione strategica di ottenere alcuni risultati operativi di breve periodo che ci permettono di guadagnare tempo per sostenere la competizione di lungo periodo con la Cina”. Così Alexander B. Gray, ex capo dello staff del Consiglio di sicurezza nazionale del primo mandato di Trump, che ha fondato una società di consulenza con l’ex consigliere per la Sicurezza nazionale Robert O’Brien — oggi tra i consiglieri per l’intelligence. In un colloquio con il Corriere della Sera spiega: “Le tre linee principali dell’accordo puntano a renderci più resilienti contro la coercizione economica cinese. Primo, i cinesi hanno condotto una guerra contro gli agricoltori americani, specialmente produttori di soia, che ora trovano sollievo. Secondo, ha ottenuto un impegno dalla Cina sulle esportazioni di terre rare, che è importante perché allo stesso tempo il presidente ha un programma molto aggressivo per dare agli Stati Uniti la capacità interna di produrre e raffinare le terre rare. Ma non accadrà subito e deve guadagnare tempo per sottrarre alla Cina quella leva sui minerali critici. Lo sta facendo con accordi in tutto il mondo e costruendo la capacità interna. Terzo, dà la priorità all’emisfero occidentale, alla frontiera, alla lotta al narcotraffico e al fentanyl, legato spesso a importazioni dalla Cina e che uccide più americani di ogni altra cosa”.