Barachini: “Intelligenza artificiale non sia solo patrimonio di alcuni Paesi”

Ho avuto questa opportunità straordinaria di partecipare a un dibattito alle Nazioni Unite sull’Intelligenza artificiale. In particolar modo, in quella sessione ci si confrontava sul tema se e quanto l’Ia possa contribuire al miglioramento delle condizioni economiche dei Paesi sottosviluppati: è stata un’opportunità molto interessante, perché parliamo molto spesso delle ricadute potenzialmente negative dell’Intelligenza artificiale, ma esistono anche scenari positivi dell’applicazione tecnologica“. Lo dice il sottosegretario all’Editoria e l’informazione, Alberto Barachini, ospite della nuova puntata del #GeaTalk. “Ho saputo, lavorando su questo campo, che per esempio in ambito sanitario ci sono delle innovazioni straordinarie – spiega -: c’è un ragazzo piemontese che proprio con l’utilizzo dell’Ia ha la possibilità di rimuovere i propri arti inferiori grazie a una sorta di computerizzazione degli impulsi che dal cervello arrivano alle sue gambe. Poi c’è l’ambito biomedico, biochimico, farmaceutico e c’è anche effettivamente l’ambito economico, basti pensare per esempio alla gestione dei processi produttivi agricoli che l’intelligenza artificiale potrebbe avere nei Paesi sottosviluppati. Certo è – continua -, che quando si parla di innovazione tecnologica il divario economico è fondamentale. Già l’Italia rispetto, per esempio, al Sud-est asiatico e agli Stati Uniti soffre un gap di investimento, quindi a livello internazionale dobbiamo riflettere anche sulla capacità di sviluppo, e magari sull’aiuto economico, perché se queste tecnologie rimangono patrimonio solo di alcuni Paesi, invece che ridurre la povertà mondiale, si rischia di ampliare il divario“.