La situazione italiana è ancora governata dagli esiti di due referendum sul nucleare, “tema sul quale Enea segue varie linee di ricerca, focalizzate in modo particolare sulla fusione. Potrebbe essere la soluzione definitiva del futuro, perché consentirebbe di avere a disposizione volumi di energia notevolissimi e del tutto indipendenti”. Lo dice a GEA Gilberto Dialuce, presidente dell’ENEA. Si tratta, però, di fare “un grande sviluppo tecnologico, su cui Enea sta investendo moltissimo, circa 600 milioni di euro in 5 anni per arrivare poi a un progetto complessivo europeo e internazionale di un reattore a fusione“. Enea sta lavorando anche sulla ricerca per il nucleare di quarta generazione “con la società newcleo che, attraverso il crowdfounding, sta promuovendo lo sviluppo di questo tipo di reattori”. In base all’accordo, Enea realizzerà un prototipo in scala più piccola per testare questo meccanismo di reattore di quarta generazione raffreddato a piombo fuso, “che è un sistema innovativo – ricorda Dialuce – che dà grandi garanzie di sicurezza rispetto ai sistemi tradizionali ad acqua. Potrebbe essere una tecnologia disponibile tra 5-10 anni”. C’è poi la soluzione degli Small Modular Reactor, “dei piccoli reattori di potenza più bassa che hanno un diverso tipo di utilizzo, perché sono prefabbricabili in serie in unità singola, costruiti in luoghi diversi dal sito in cui verranno poi effettivamente utilizzati”. Sono l’evoluzione di quelli già in uso sulle portaerei, sui sommergibili, sui rompighiaccio. “Questa tecnologia potrebbe avere una futura diffusione – afferma il presidente dell’Enea – se raggiungesse costi di produzione energetica concorrenziali per un seguito commerciale”.