Gregori (Novamont): “Portiamo soluzioni per lavorare in ottica di agricoltura rigenerativa”

“Da più di 30 anni Novamont lavora con le risorse vegetali cercando di sviluppare nuovi processi che, da queste risorse rinnovabili, possano produrre nuove soluzioni. Sempre di più il mondo dell’agricoltura rappresenta un settore importantissimo per Novamont, perché non è solo il comparto da cui partono le materie prime, ma quello in cui vogliamo portare delle soluzioni che permettano agli agricoltori di lavorare sempre più in un’ottica di agricoltura rigenerativa”, ha affermato a GEA Giulia Gregori, Head of Systemic PMO, Communication and Insistutional Affairs Liaison di Novamont, durante l’ultima edizione di Ecomondo.

“Siamo partiti con le bioplastiche, quindi con il telo della pacciamatura agricola, che serve per proteggere la crescita delle colture e impedire quella delle malerbe. Questo telo, quest’anno, lo presentiamo a Ecomondo con una nuova certificazione in conformità al regolamento fertilizzante europeo che permette anche di definire e qualificare il telo come ammendante agricolo, quindi come nutrimento per il suolo, senza lasciare microplastiche persistenti nell’ambiente”, ha spiegato Gregori.

La portavoce di Novamont ha infine aggiunto: “Abbiamo parlato del mondo dell’agricoltura e dei prodotti che stiamo sviluppando proprio in collaborazione con gli agricoltori e le cooperative agricole. Un settore che per noi è molto importante ed è anche parecchio discusso a livello europeo, perché collegato al regolamento imballaggi, è quello degli imballaggi alimentari per compostabili, e quindi per trovare quelle soluzioni dove il riciclo può essere difficile, perché si parla di imballaggi a contatto con il cibo, mentre invece nel riciclo organico, grazie alla compostabilità delle nostre soluzioni, è possibile ottenere un compost pulito e di qualità. Un lavoro molto importante che noi stiamo facendo è anche su tutto quello che sono le soluzioni per aumentare sempre di più la varietà di materie prime utilizzate, non solo colture dedicate ma anche scarti, connettendoci con altre filiere, per esempio quelle agroalimentari, dove utilizziamo degli scarti di altre filiere che nel nostro ambito diventano nuove materie prime per nuovi bioprodotti”.