“Il nucleare di quarta generazione non esiste. Sono 20 anni che si sta studiando, non ci sono grandi passi in avanti. Le stime più concrete dicono che semmai le ricerche daranno risultati diversi i reattori su scala commerciale di quarta generazione si vedranno a ridosso della metà del secolo. Quando sarà troppo tardi. Quando già per certi versi una parte del nostro Paese sarà sott’acqua, se non facciamo quegli interventi immediati di riduzione di emissioni di gas serra per contenere l’emergenza climatica in atto. Lo racconta la portata del Po, gli uragani mediterranei che minacciano ogni qualche mese la Sicilia, i ghiacciai delle Alpi e dell’Abruzzo che si stanno ritirando in maniera vertiginosa”. Così, intervistato da GEA, Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente.
“Il nucleare che oggi è possibile realizzare, che stanno realizzando la Francia e la Finlandia – spiega – è di terza generazione avanzata e non ha risolto nessuno dei problemi storici del nucleare: la produzione di scorie altamente radioattive, il cui smaltimento definitivo non è risolto e l’Italia lo sa bene. Il nucleare di terza generazione avanzata continua a produrre nei rifiuti radioattivi materiale fissile che può essere utilizzato negli ordigni nucleari, non rispetta e non garantisce sulla proliferazione nucleare. Continua ad avere problemi evidenti di rischio di incidente e infine continua a essere la fonte di energia più costosa. Il nucleare, mi spiace dirlo da ambientalista, non è stato ucciso dagli ambientalisti, ma dal libero mercato perché i costi di gestione di attività e chiusura del ciclo nucleare sono assolutamente proibitivi e per questo negli ultimi 10 anni gli investimenti sono andati a picco, perché le rinnovabili sono una tecnologia consolidata, che non produce emissioni di gas serra, non produce scorie, ha dei costi sempre più bassi, molto più bassi del nucleare, quindi questa discussione che si sta facendo in Italia è surreale”.