“Barricalla è un impianto modello per tanti motivi. Già dalla sua costruzione, 34 anni fa, ha adottato tutte le tecniche e le tecnologie che in qualche modo hanno anticipato le norme diventate obbligatorie. Ad esempio, quando è stato costruito il primo lotto, nella disposizione dei teli, dell’argilla e della ghiaia sono state fatte delle scelte che hanno anticipato quello che poi la normativa ha stabilito come obbligatorio”. Lo dice a GEA Alessandro Battaglino, vicepresidente di Barricalla, il principale impianto di smaltimento in Italia per i rifiuti speciali, pericolosi e non pericolosi che si trova a Collegno, alle porte di Torino. Ma l’impianto, spiega, “è anche un esempio per il rapporto che ha costruito in questi anni con il territorio, con le comunità che vivono” in questa zona. Ad esempio, “sono stati organizzati tanti momenti di apertura dell’impianto per far toccare con mano ai cittadini che vivono qui vicino” come è fatta la discarica e “i rigidi protocolli” che vengono applicati.
“Gestire al meglio l’ingresso dei rifiuti – dice ancora Battaglino – è quello che ha garantito in questi 34 anni che non ci fosse nessun incidente e che nulla di illegale entrasse nell’impianto. Ogni carico che arriva viene controllato, viene verificato che il materiale conferito sia lo stesso che viene campionato prima dell’ingresso. Ogni carico ha la sua carta d’identità: quando il camion arriva questa carta di identità viene controllata così come il campione di rifiuto. Quindi diciamo che Barricalla è un impianto modello per tanti per tanti motivi”.