“E’ importante che ci sia una nuova voce che affronta temi così fondamentali, l’Europa ha tracciato una sua rotta abbastanza evidente tra mille contraddizioni. C’è in ballo questo processo di decarbonizzazione verso il 2050 che neanche il Covid ha fermato, anzi ha ulteriormente rafforzato, visto che quando siamo entrati in era Covid la Commissione europea ha deciso di innalzare l’obiettivo di riduzione delle emissioni da -40% entro il 2030 a -55%. L’Italia fa fatica a star dietro al faro europeo perché non fa quelle scelte coraggiose che l’Europa ha messo in campo fino a oggi”. Così Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, commenta
in un’intervista la nascita di GEA.
“Finché c’è stato confronto e controllo da parte dell’Europa, su come ad esempio dovevano essere spesi i 191,5 miliardi di euro del Next Generation Ue entro il 2026, l’Italia ha dovuto inevitabilmente rispettare quelle percentuali di fondi europei sulla transizione ecologica e sulla mobilità sostenibile – spiega Ciafani -. Ma quando ha cominciato a prendere decisioni indipendentemente dall’Europa, come ad esempio negli ultimi mesi, per fronteggiare il caro delle bollette dovuto all’emergenza gas ha messo in capo delle azioni che non vanno in questa direzione. Si stanno facendo una serie di azioni per diversificare i Paesi di approvvigionamento del gas ma non si sta facendo la stessa cosa per ridurre l’uso del gas spingendo sull’innovazione, in edilizia e industria, sulla velocizzazione della realizzazione degli impianti a fonti rinnovabili. Cosa che chiedono gli ambientalisti e anche Confindustria con Elettricità Futura, ma il governo fa fatica, direi che ancora non ci siamo”.