Per ridurre a zero il contributo netto del settore aereo europeo al riscaldamento globale entro il 2050, i viaggi, specialmente quelli d’affari, dovranno essere limitati o ridotti, secondo un rapporto di una ONG pubblicato martedì. “Sarà cruciale ridurre o limitare la domanda dei passeggeri (per i viaggi aerei) perché i carburanti e gli aerei a zero emissioni non saranno pronti per la diffusione di massa fino al 2030”, dice Transport & Environment (T&E). L’ONG sta così aggiornando la sua “roadmap” per la decarbonizzazione dell’aviazione, pubblicata per la prima volta nel 2018, prima della crisi del Covid-19, che comprende gli impegni europei per “emissioni nette zero” entro la metà del secolo e per una consapevolezza ancora maggiore dell’emergenza climatica.
EMISSIONI ZERO Anche la principale organizzazione rappresentativa delle compagnie aeree del mondo, la Iata, punta alle “emissioni nette zero” entro il 2050, contando in particolare sui progressi tecnologici, compresi i carburanti sostenibili. Ma la Iata non prevede una limitazione del traffico aereo, stimando che il settore trasporterà 10 miliardi di passeggeri all’anno nel mondo tra 28 anni, contro i 4,5 del 2019. Dopo la crisi che ridotto a un terzo il numero di passeggeri aerei in Europa nel 2020, “dobbiamo agire rapidamente per evitare un rapido aumento delle emissioni del trasporto aereo”, ha invitato T&E, ricordando che il traffico aereo è esploso dell’83% tra il 2005 e il 2019.
LUNGO RAGGIO Per la ONG, questo comporterà “fermare lo sviluppo degli aeroporti in Europa (…) e dimezzare i viaggi d’affari rispetto ai livelli pre-Covid”, quando contribuivano a un terzo delle emissioni dell’aviazione, ha detto T&E. Un tale obiettivo sarebbe facilitato dalle abitudini sviluppate durante la crisi sanitaria, come la videoconferenza, ha spiegato la ONG, sostenendo anche la limitazione dei viaggi aerei di piacere, soprattutto a lungo raggio, ai livelli del 2019. Un modo per incoraggiare le persone a volare meno sarebbe quello di porre fine alle “scandalose esenzioni fiscali” di cui gode il settore, anche sulla paraffina, e di includere le rotte aeree non UE nel sistema europeo di scambio delle emissioni (ETS).