In Congo i rifiuti nel lago bloccano la rete elettrica

Cosa si può fare per rimediare al problema? Sensibilizzare la popolazione, pulire e riciclare

Congo

All’estremità meridionale del maestoso lago Kivu, delimitato da verdi colline, si forma costantemente uno strato compatto di rifiuti di plastica, a tal punto da bloccare le turbine della più grande centrale idroelettrica della Repubblica Democratica del Congo orientale. La diga di Ruzizi attira come una calamita le migliaia di bottiglie, lattine e altri rifiuti gettati nel lago, che si estende per circa 90 km lungo il confine tra Repubblica Democratica del Congo e Rwanda. “Poiché il lago scorre verso il fiume Ruzizi, tutti i rifiuti che vi vengono gettati finiscono gradualmente qui”, ha spiegato Liévin Chizungu, capo della produzione della centrale Ruzizi 1, a un team di Afp.

E il terreno montagnoso e il clima piovoso della città di Bukavu non aiutano. “L’acqua piovana porta i rifiuti nel lago e poi nel fiume”, dice l’ingegnere Jovy Mulemangabo, responsabile per il Sud Kivu della compagnia elettrica nazionale (Snel). Secondo Chizungu, questi rifiuti si accumulano “ad una profondità di 14 metri”. I sommozzatori devono pulire il fondo del fiume per evitare che le turbine siano intasate e che le città della regione siano private dell’elettricità, ha aggiunto. Byunanine Mubalama, da parte sua, sta ripulendo come meglio può la superficie, a bordo di una barca. “Faccio questo lavoro da 13 anni… Ogni giorno c’è della spazzatura che devo pulire”, racconta.

Ma nulla funziona. Dalla fine di gennaio, uno dei quattro generatori della centrale, danneggiato dai rifiuti, è fuori uso. “L’impatto è enorme, con un deficit di 6,3 megawatt su un totale di 30 che dobbiamo produrre, non solo per la provincia del Sud Kivu, ma anche per la vicina provincia del Nord Kivu e il Burundi”, dice il capo della produzione. Con un guasto al generatore della centrale Ruzizi 2, circa 25 km a sud di Bukavu, causato anch’esso dai rifiuti, mancano alla rete di distribuzione un totale di 20 megawatt, dice il capo provinciale di Snel. Questo porta a “molti distacchi di carico nelle città di Bukavu e Uvira”, lamenta.

SENSIBILIZZARE E PULIRE

Cosa si può fare per rimediare al problema? “Prima di tutto, sensibilizzare la popolazione, dire loro che il lago non è il posto giusto per scaricare i rifiuti”, così come non lo sono “i canali di scolo che finiscono per riversarsi in esso”, suggerisce Liévin Chizungu. Le autorità devono dare un giro di vite, dice, adottando sanzioni contro “le persone che gettano rifiuti nel lago”. “Le nostre case sono attaccate l’una all’altra su piccoli appezzamenti di terreno, non c’è modo di gestire la spazzatura e non ho altra scelta che gettarla nel fiume Kawa, che si affaccia sul lago”, ribatte però Mathilde Binja, una casalinga che vive vicino al lago. Malgache Malyanga, capo del programma di gestione dei rifiuti domestici di Bukavu (PGDM), dice che la sua organizzazione, tra le altre, “raccoglie e smaltisce i rifiuti della città”, con una tassa dai 3 ai 5 dollari al mese per famiglia.

RICICLARE

C’è chi ha deciso di ‘sfruttare’ la situazione e volgerla a suo favore. Come Nicole Menemene, 29 anni,che raccoglie rifiuti di plastica sulla riva del lago per farne “cesti, vasi da fiori, bidoni, sgabelli, tavoli con piedistallo…”. A capo di una società privata, Plastycor, e di un team di dieci persone, si occupa della valorizzazione di questi rifiuti, trasformati in oggetti “utili e belli”. “Il lavoro è fatto a mano”, ma l’ideale sarebbe “industrializzare quello che facciamo”, sottolinea il direttore della società, che vorrebbe contribuire a “una riduzione del 90% dell’inquinamento del lago Kivu”.