Esportazioni di cereali, sicurezza nucleare e negoziati per la fine della guerra tra Russia e Ucraina. Si è concentrato su queste tre tematiche il vertice trilaterale di Leopoli (nell’Ucraina occidentale) tra il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, l’omologo turco, Recep Tayyip Erdoğan, e il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres. Una visita che è stata definita un “potente messaggio di sostegno” dal presidente ucraino e lo stesso Erdoğan, firmando un protocollo d’intesa per la ricostruzione delle infrastrutture ucraine andate distrutte nella guerra, ha sottolineato che “Ankara è al fianco di Kiev“.
Il vertice al Palazzo Pototsky di Leopoli è arrivato in un momento in cui si stanno moltiplicando gli sforzi per facilitare l’esportazione dei cereali dai porti ucraini nel Mar Nero, nonostante il conflitto in corso. La Turchia riveste un ruolo centrale, dimostrato dalla firma dell’accordo internazionale di luglio a Istanbul: “Il mondo intero ha iniziato a percepirne i riflessi positivi“, ha rivendicato Erdoğan. La conferma è arrivata dal segretario generale Onu Guterres, che ha definito l’accordo di Istanbul “senza precedenti” e “lo slancio positivo sul fronte alimentare” una “vittoria per la diplomazia, per il multilateralismo“. Proprio “mentre parliamo, oltre 560 mila tonnellate di grano stanno arrivando ai mercati di tutto il mondo“, ha ricordato Guterres, anticipando che al trilaterale di Leopoli è emersa la volontà di “aumentare prima dell’inverno le esportazioni“, perché “non c’è soluzione alla crisi alimentare mondiale senza garantire l’accesso globale ai prodotti alimentari ucraini, al cibo russo e ai fertilizzanti“.
A destare minori entusiasmi è invece la questione della sicurezza nucleare a Zaporizhzhia. “Abbiamo espresso la nostra preoccupazione per il conflitto in corso attorno alla centrale, non vogliamo vivere una nuova Chernobyl“, ha avvertito senza mezzi termini il presidente turco, riprendendo il monito del segretario generale delle Nazioni Unite: “Qualsiasi danno alla centrale nucleare di Zaporizhzhia sarebbe un suicidio“. Da parte del presidente ucraino Zelensky è arrivata la richiesta all’Onu di “garantire la sicurezza di questo sito strategico, la sua smilitarizzazione e la completa liberazione dalle truppe russe“. Mosca e Kiev si sono accusate a vicenda del bombardamento della centrale nucleare più grande d’Europa, che da marzo è sotto il controllo militare russo. L’Ucraina ha accusato il Cremlino di aver accumulato armi pesanti nell’impianto e di averlo usato come base per colpire il territorio ucraino. La Russia, a sua volta, ha accusato Kiev di preparare una “clamorosa provocazione” nel sito proprio in occasione del vertice trilaterale a Leopoli.
A questo punto la palla torna nelle mani della Turchia di Erdoğan, che “continuerà a valutare l’esito degli incontri odierni con il presidente russo, Vladimir Putin“, ha messo in chiaro il presidente turco, che ha chiesto anche “maggiore responsabilità negli sforzi diplomatici” da parte della comunità internazionale. “Siamo pronti a mettere in campo il nostro ruolo di facilitatori e mediatori“, con l’obiettivo di “riprendere il negoziato per arrivare al cessate il fuoco” tra Ucraina e Russia avviato proprio a Istanbul, ha concluso Erdoğan.