Si chiama ‘Manifesto della bioeconomia circolare’ ed è stato presentato dalla Regione Umbria a Ecomondo, la fiera dedicata all’economia green che si svolge a Rimini fino all’11 novembre. L’ambizione è quella di diventare un “laboratorio a cielo aperto”, un luogo dove si possano sperimentare concretamente nuovi paradigmi di sviluppo e in cui, sfruttando anche la dimensione territoriale limitata, si consolidi un ecosistema innovativo di bioeconomia circolare, in cui attraverso la collaborazione tra player differenti il “cerchio” si chiuda davvero.
In questa cornice rientra anche il Manifesto della bioeconomia circolare, nato dalla collaborazione tra la Regione Umbria e un leader nel settore delle bioplastiche, Novamont. Un appello al nuovo Governo basato su cinque punti principali che, a partire da Ecomondo, sarà oggetto di confronto con i vari soggetti interessati, per arrivare a una versione definitiva a fine gennaio 2023. Questa verrà poi sottoposta all’esecutivo e discussa nel corso di una convention che si terrà in Umbria ad aprile.
Dignità autonoma ed economica alla bioeconomia circolare, misure che incentivino l’integrazione tra filiere agricole e industriali, politiche che valorizzino l’alto livello di innovazione del settore, lotta alla illegalità e al dumping internazionale, promozione del modello italiano quale best practise europea, rafforzamento delle competenze specialistiche e della consapevolezza della popolazione della bioeconomia circolare. Sono i punti principali di un manifesto che si pone, appunto, l’obiettivo di rendere la bioeconomia circolare settore strategico e driver di competitività per l’economia nazionale.
Un modello di sviluppo green che la presidente della Regione, Donatella Tesei, ha definito “ambizioso“. “È arrivato il momento che l’Umbria mostri chiaramente ciò che è. Una regione con un potenziale incredibile in termini di sviluppo di filiere di bioeconomia circolare, in cui amministrazione e stakeholder privati stanno lavorando insieme e instancabilmente per sperimentare un modello di integrazione tra filiere agricole e industriali che possa poi essere replicato anche altrove”, ha ricordato l’assessore allo Sviluppo economico, Michele Fioroni. L’Italia, ha spiegato, “ha delle eccellenze importanti in questo settore, non possiamo permetterci che questo know-how e l’alto livello di innovazione che abbiamo raggiunto vada sprecato“.