Un accordo globale e vincolante contro la perdita di biodiversità, che mette a rischio anche la salute umana. È in occasione della prossima Conferenza delle Nazioni Unite sulla biodiversità, la COP15 che si terrà a Montreal (Canada) dal 7 al 19 dicembre, che l’Unione europea si impegnerà a raggiungere un accordo ambizioso sulla scia dell’accordo sul clima siglato a Parigi nel 2015, ma che stavolta impegni le parti a misure concrete contro la perdita di biodiversità.
“Abbiamo bisogno di tre impegni chiave a Montreal”, ha sintetizzato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, intervenendo all’evento ‘Countdown to COP15: Landmark Leaders Event for a Nature Positive World’, ospitato congiuntamente dall’Ue e da altri partner a margine dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite in corso a New York. Servirà sottoscrivere un “quadro globale ambizioso per fermare e invertire la perdita di biodiversità e proteggere il 30% della terra e degli oceani a livello globale; introdurre obiettivi e traguardi misurabili, supportati da un sistema di monitoraggio equo per tenere traccia dei progressi; e aumentare il finanziamento della biodiversità da tutte le fonti: pubbliche e private, nazionali e internazionali“, ha precisato la leader dell’Ue.
Von der Leyen ha ricordato che l’Unione europea dal canto suo sta già “raddoppiando i suoi finanziamenti globali per la biodiversità, soprattutto per i Paesi più vulnerabili”, ha detto, incoraggiando “tutti i donatori internazionali a essere all’altezza dello stesso livello di ambizione”. Biodiversità significa salute umana, sicurezza alimentare e resilienza ai cambiamenti climatici. “Circa il 66% della fauna selvatica vive solo sul 2% circa della Terra. Stiamo perdendo natura e biodiversità a un ritmo senza precedenti e stiamo spremendo la natura in tasche sempre più piccole“, ha sintetizzato.
A maggio 2020, la Commissione europea ha aggiornato gli impegni per la biodiversità adottando una strategia per limitare la perdita della biodiversità europea entro il 2030, ponendo tra gli obiettivi da raggiungere entro quella data la trasformazione di almeno il 30% rispettivamente delle terre e dei mari europei in ‘aree protette’ da combinare al ripristino di almeno il 10% delle aree agricole in caratteristiche paesaggistiche ad alta diversità. Nel contesto di questo piano, la Commissione europea ha proposto quest’estate la prima legge dell’Ue sul ripristino della natura, con un obiettivo generale di ripristino a lungo termine della natura nelle aree terrestri e marine dell’Ue e con obiettivi di ripristino vincolanti per habitat e specie specifici.