Alla pre-COP27 a Kinshasa i paesi ricchi di fronte alle loro responsabilità

Oggi e domani, ministri ed emissari di alto rango moltiplicheranno contatti e discussioni per fare il punto su possibili progressi ed eventuali stalli da temere durante la conferenza 'COP27'

In preparazione alla conferenza sul clima di novembre in Egitto, i ministri dell’Ambiente di una cinquantina di paesi si riuniscono oggi a Kinshasa per una ‘pre-COP27’ che, organizzata sul suolo africano, dovrebbe mettere i paesi ricchi e inquinanti di fronte alle loro responsabilità. Non ci saranno negoziati in senso stretto o annunci al termine di questo incontro, data la natura informale del vertice. Ma per due giorni, lunedì e martedì, nel Palazzo del Popolo, sede del Parlamento, ministri ed emissari di alto rango moltiplicheranno contatti e discussioni per fare il punto su possibili progressi ed eventuali stalli da temere durante la conferenza ‘COP27’ sui cambiamenti climatici in programma per Sharm-el-Sheikh dal 6 al 18 novembre.
Al summit precedente, nel novembre 2021 a Glasgow, la comunità internazionale ha riaffermato l’obiettivo di contenere il riscaldamento globale a 1,5°C rispetto all’era preindustriale. Fissato nel 2015 dall’ormai famoso ‘Accordo di Parigi’, questo obiettivo sembra attualmente fuori portata, visto che la temperatura è già aumentata di 1,2°C. Da allora si sono svolti tavoli informali su come riuscire a realizzare questa ambizione, ma non sono stati compiuti progressi significativi, in particolare in termini di finanziamento.

A Glasgow i Paesi poveri, i meno responsabili del riscaldamento globale ma i più esposti alle sue conseguenze, avevano chiesto un meccanismo specifico per tenere conto di “perdite e danni” causati dai cambiamenti climatici. I paesi ricchi, spesso i maggiori emettitori di gas serra, avevano respinto questa richiesta ed era stato invece creato un quadro di “dialogo“, per discutere fino al 2024 delle “modalità di finanziamento“. “La COP e la pre-COP sono organizzate nel continente africano, per cui l’accento sarà certamente posto sull’appoggio ai Paesi del Sud da parte dei Paesi industrializzati e inquinanti”, analizza una fonte diplomatica. La presidenza egiziana della COP ha più volte ribadito che le questioni di aiuto e finanziamento saranno una delle priorità del vertice di Sharm-el-Sheikh, che vogliono essere una “COP della messa in atto“.

La richiesta di una “giustizia climatica” è stata una degli slogan principali di una recente manifestazione a Kinshasa da parte di giovani attivisti congolesi a difesa del clima che, come i giovani di tutto il mondo, hanno chiesto che le grandi masse internazionali “agiscano”, piuttosto che fare “promesse non mantenute. La Repubblica Democratica del Congo approfitterà anche della pre-COP della prossima settimana per presentarsi come un “paese della soluzione“, slogan già utilizzato in precedenti incontri sul clima. Situato nel cuore del bacino del Congo, l’enorme paese centrafricano possiede circa 160 milioni di ettari di foresta tropicale, il che lo rende un “polmone verde” in grado di assorbire il carbonio e contribuire alla lotta ai cambiamenti climatici. Prima della componente ministeriale del pre-COP, il governo ha anche organizzato ai primi di settembre una “conferenza scientifica internazionale sul contributo delle foreste tropicali alla lotta contro il cambiamento climatico: il luogo prescelto per ospitare l’evento è stato il cuore della foresta, nella riserva della biosfera di Yangambi (nel nord-est del Paese). Nella loro dichiarazione finale, che sarà discussa a Kinshasa, gli scienziati hanno invitato la comunità internazionale a “sostenere tutte le iniziative” per preservare le foreste. Perché per preservare questo tesoro, minacciato in particolare nella Repubblica Democratica del Congo dal taglio degli alberi e dall’incendio dei raccolti e dallo sfruttamento del legno “energetico” , Kinshasa, come altri paesi forestali, chiede un sostegno finanziario, in modo che le comunità vicine abbiano altre fonti di reddito, per elettricità, strade, ecc. “Più risorse ci saranno messe a disposizione, più azioni per il clima possiamo mettere in atto“, ha assicurato Tosi Mpanu Mpanu, negoziatore della Repubblica Democratica del Congo alle conferenze sul clima delle Nazioni Unite.