Legambiente lancia un allarme: “In Italia, ad oggi, sono più di 120 le infrastrutture a fonti fossili in valutazione presso il ministero della Transizione Ecologica tra centrali a gas fossile, metanodotti, depositi, autorizzazioni per nuove trivellazioni e rigassificatori. L’Italia sembra essere sempre più lanciata verso una transizione energetica basata sul gas fossile, una strategia pericolosa per il clima e la salute pubblica, e inutile in tema di caro energia e indipendenza del Paese”. Legambiente ha ricostruito in una mappa tutte le procedure autorizzative aperte, tenendo conto sia di quelle in attesa di approvazione e i progetti approvati dal 2020 ad oggi con verifiche di ottemperanza in corso, e anche la corsa al gas che l’Italia continua a portare avanti “in barba al caro bollette, alla crisi climatica e alle mancate opportunità di innovazione per il settore energetico e per i territori”. Di seguito, il dettaglio della mappatura.
CENTRALI TERMOELETTRICHE
Per il settore termoelettrico sono ben 43 i progetti su centrali a gas per circa 12 GW di nuova potenza a gas fossile: si parla di 7 nuove centrali termoelettriche a gas metano (di cui 3 all’interno di stabilimenti industriali), 26 interventi di revamping o installazioni di nuove turbine, 2 riconversioni da olio combustibile, 7 riconversioni di centrali precedentemente alimentati a carbone, e 1 da biomasse di grandi dimensioni. Tra questi la Centrale termoelettrica di Monfalcone per la quale è prevista la riconversione a gas con una centrale da 770 MW anche grazie al sussidio economico del Capacity Market che A2A si è aggiudicata per il 2024. Grazie a questo sussidio sono, ad oggi, ben 20 progetti a fonti fossili che, secondo una stima di Legambiente, potranno godere di circa 146 milioni di euro di sussidi per la realizzazione di 2,6 GW di nuova potenza a gas fossile.
RIGASSIFICATORI
Il Governo, accanto ai nuovi contratti di fornitura da Paesi come Egitto, Algeria, Congo, Qatar, Angola, Nigeria, Mozambico, Indonesia e Libia, ha imposto un’accelerata alla realizzazione di due rigassificatori, quello di Piombino e quello di Ravenna, che stanno godendo di procedure autorizzative semplificate. Ad oggi, secondo le ricerche condotte da Legambiente sono stati individuati almeno 15 progetti tra rigassificatori e depositi presentati al Mite per procedure VIA e AIA tra nuove infrastrutture e ammodernamenti di quelli esistenti. A questi si aggiungono due rigassificatori – Gioia Tauro e Porto Empedocle – e il deposito gnl di Brindisi approvati ma poi mai realizzati e ora tornati in auge. Considerando anche questi ultimi, sono 16 le possibili nuove infrastrutture per la rigassificazione e lo stoccaggio di gnl, di cui 6 nuovi depositi e 10 rigassificatori che si aggiungono ai tre già in funzione, per una nuova capacità di stoccaggio di 800 mila metri cubi di gas e di rigassificazione di più di 31 miliardi di metri cubi di gas, raggiungendo, così, una capacità strutturale complessiva di quasi 47 miliardi di metri cubi l’anno. Invece, tenendo in considerazione solamente i progetti presentati presso il Mite, e dunque escludendo Gioia Tauro, Porto Empedocle e Brindisi, l’aumento della capacità di rigassificazione sarebbe di 12 miliardi di metri cubi di gas, raggiungendo quasi 28 miliardi di metri cubi totali annui di capacità nazionale di rigassificazione. Numeri che raccontano bene il rischio dipendenza per i prossimi 25 anni, considerando che proprio il rigassificatore di Ravenna dovrebbe sostare nelle acque marine proprio per tutto questo periodo.
METANODOTTI
Ad oggi, in programma la realizzazione di circa 2.300 km di nuove condotte, di cui 1.360 km in sostituzione di tubazioni in dismissione e circa 1.000 km in aggiunta alla rete già esistente. Anche in questo caso, le infrastrutture fanno riferimento a progetti che sono in attesa di VIA o che hanno ricevuto l’autorizzazione negli ultimi due anni e che dunque potrebbero essere già realizzate o in via di realizzazione. Si pensi all’iniziativa Sealine Tirrenica, un gasdotto sottomarino di 271 km che dovrebbe collegare la Sicilia alla Campania, o alla Linea Adriatica Snam lunga 689 km dalla Puglia all’Emilia Romagna, tra rifacimenti e nuove condutture. In totale parliamo di 42 progetti presentati al Mite, di cui 15 per gasdotti da realizzare ex novo e 25 rifacimenti di condotte già esistenti tra sostituzioni e modifiche alla portata. Alla rete interna di gasdotti si aggiungano due possibili progetti per l’import-export di gas, ovvero l’East Med, lungo 2.000 km finalizzato all’importazione di 10 – 20 miliardi di metri cubi di gas l’anno da Israele, e il Melita Trans-gas, con il quale, invece, esporteremmo gas verso Malta.
TRIVELLAZIONI
Sono 39 le istanze per ottenere permessi di ricerca e coltivazione di idrocarburi per ulteriori 76.694 kmq di territorio italiano dedicati alla produzione di fonti fossili, ovvero una superficie simile all’estensione dell’Austria, in aggiunta agli attuali 33.618 kmq. In parallelo, ulteriori 18 richieste sono in attesa della VIA e dell’AIA da parte del Mite per autorizzare perforazioni di nuovi giacimenti, o la realizzazione di nuove infrastrutture per avviare la produzione.