Allarme Ue: el Niño adombra 2024, rischi rincari alimentari ed energia
In Parlamento a Strasburgo il fenomeno finisce nella lista delle questioni da monitorare con attenzione, anche perché le condizioni meteorologiche sono il fattore principale che determina la produttività agricola.
Meno precipitazioni, più caldo sulla terra ferma e in mare. Ma pure inondazioni. In una parola: ‘El Niño’. Il fenomeno climatico che a fase ciclica produce situazioni e meteorologiche estreme sulla scia di un riscaldamento- raffreddamento anomalo che rischia di avere ripercussioni serie per tutti. Talmente serie che finisce nell’agenda di lavoro dell’Unione europea per il 2024. In Parlamento Ue ‘El Niño’ finisce nella lista dei temi e delle questioni da trattare e monitorare con attenzione, perché sullo sfondo aleggia uno scenario di nuova inflazione, per rincari dei generi alimentari e anche dell’energia. Una possibilità dagli effetti nefasti per l’economia, soprattutto dal punto di vista dei consumi e quindi della domanda. Che inevitabilmente avrebbe ripercussioni sull’offerta.
‘El Niño’ “può alterare l’andamento globale delle piogge, influenzando la produzione alimentare in gran parte del mondo”, e già a luglio 2023 l’Organizzazione meteorologica mondiale (OMM) ha avvertito dell’arrivo del nuovo ciclo di ‘perturbazioni’. Le condizioni meteorologiche sono il fattore principale che determina la produttività agricola, ricorda il documento di lavoro del Parlamento Ue. “El Niño può interrompere il normale andamento delle precipitazioni”. Di conseguenza la scarsità d’acqua può portare al “fallimento dei raccolti e dei pascoli, alla riduzione dei rendimenti agricoli e a un aumento della frequenza e della gravità degli incendi”.
Dall’altra parte, in caso contrario, “le piogge eccessive distruggono i raccolti e le infrastrutture critiche”. Questo può trainare in alto i prezzi dei generi alimentari nel 2024. Con gli effetti potenzialmente negativi per il settore primario, “l’aspettativa di una riduzione della produzione agricola può indurre i paesi a proteggere i mercati interni limitando le esportazioni alimentari, aumentando i prezzi alimentari globali e l’insicurezza alimentare nei paesi dipendenti dalle importazioni”. Un aspetto, quest’ultimo, che riguarda soprattutto il mercato del riso. Nel sud e nel sud-est asiatico si prevedono precipitazioni inferiori alla media, e da questo punto di vista “la produzione e le esportazioni di riso sono motivo di preoccupazione, poiché queste regioni sono responsabili del 58% della produzione mondiale e dell’80% delle esportazioni”. Ma ci sono altri prodotti alimentari già oggetto di attenzioni. “Considerata la dipendenza del settore zootecnico dell’UE dalle importazioni di proteine, i possibili effetti del El Niño sulla produzione di soia potrebbero riflettersi sui prezzi della carne e dei latticini nell’Ue”. E’ qui che rischiano di materializzarsi i rincari di listino.
Perché causa clima anche i costi per riscaldamento e climatizzazione potrebbero tornare a crescere. El Niño “potrebbe interrompere le reti logistiche internazionali, come il Canale di Panama, facendo aumentare i prezzi dell’energia e dei fattori di produzione agricoli”.