Un taglio del 31% delle emissioni di CO2eq, una riduzione del 18% del consumo idrico negli stabilimenti e il 70% delle materie prime che proviene da filiere responsabili: sono questi i numeri che inquadrano l’impegno di Barilla a favore dell’ambiente. In poco più di dieci anni la più grande azienda italiana di pasta ha raggiunto traguardi importanti, abbracciando con convinzione la strada dello sviluppo sostenibile. Oggi, a 145 anni dalla fondazione, il gruppo è pronto ad adottare una nuova Agenda ESG (Environmental, Social, Governance), che guiderà le scelte del futuro identificando obiettivi ambientali chiari e misurabili. Ne abbiamo parlato con Valentina Perissinotto, Sustainability Manager.
Nel giro di qualche anno avete ridotto considerevolmente l’impatto ambientale del gruppo. Oggi, ad esempio, il 64% dell’energia elettrica acquistata proviene da fonti rinnovabili. Come avete raggiunto questi risultati? Su cosa avete puntato maggiormente?
Il gruppo lavora costantemente per migliorare l’efficienza dei propri processi produttivi al fine di ridurre nei propri stabilimenti l’impatto in termini di emissioni di CO2eq, consumo d’acqua e produzione di rifiuti. A tal fine, negli anni, è stato implementato un Sistema di Gestione Integrato Sicurezza, Ambiente ed Energia in conformità con le norme UNI ISO 45001, UNI EN ISO 14001 e UNI EN ISO 50001 (e certificato da ente terzo). Con particolare riferimento alle risorse energetiche, Barilla ha definito, in aggiunta, un sistema di monitoraggio e controllo dei consumi certificato per il 72% degli impianti produttivi secondo lo standard ISO 50001. Il gruppo investe periodicamente nell’ammodernamento dei propri impianti produttivi e nell’implementazione di nuove tecnologie in grado di garantire le migliori prestazioni energetiche. Nel corso del 2021, sono stati investiti oltre 10,7 milioni di euro per la tutela e la protezione ambientale di cui, nello specifico, più di 3 milioni di euro sono stati destinati a interventi di ottimizzazione di processo, migliorie apportate agli impianti generali a servizio della produzione e soluzioni di efficientamento energetico.
Il 70% delle materie prime acquistate dal gruppo proviene da “filiere responsabili”: cosa sono?
Negli anni abbiamo realizzato diversi progetti di filiera per rendere le nostre materie prime sempre meno impattanti. L’abbiamo fatto sviluppando e investendo in pratiche agricole sempre più sostenibili per i nostri ingredienti chiave principali: grano duro, grano tenero, segale, basilico, pomodoro, cacao, farine e oli. Abbiamo sviluppato dei disciplinari e degli strumenti di agricoltura di precisione a supporto degli agricoltori. In questo modo è possibile ottenere ingredienti sicuri e di qualità, oltre a tutelare l’ambiente e le condizioni socio-economiche degli agricoltori. Ad oggi coinvolgiamo oltre 10.000 aziende agricole (coprendo il 70% delle materie prime acquistate), ma questo numero continuerà a crescere.
Avete sviluppato anche 4 marche “a totale compensazione di CO2eq” (Wasa, GranCereale, Harrys, Mulino Bianco): di cosa si tratta? Avete l’obiettivo di realizzarne altre?
Dopo diversi anni di impegno per la riduzione delle emissioni, abbiamo deciso di fare un passo ulteriore: compensando totalmente le emissioni rimanenti (ovvero quelle emissioni che nonostante gli sforzi non sono eliminabili) per 4 dei nostri brand. Tutti i nostri sforzi si inseriscono in un percorso più ampio. In linea con gli impegni globali, definiremo un piano a lungo termine per continuare a ridurre gli impatti legati alle emissioni di CO2eq nei nostri siti produttivi e lungo le filiere.
Cosa sono i Science-Based Targets che avete deciso di sottoscrivere? Avete già raggiunto qualcuno degli obiettivi prefissati?
I Science-Based Targets guidano il settore privato ad agire a favore del clima, mediante l’adozione di obiettivi di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, definiti in linea con il livello di decarbonizzazione richiesto per contenere l’aumento della temperatura globale al di sotto dei 1,5°C rispetto alle temperature preindustriali. Nel 2019 Barilla ha sottoposto i propri obiettivi di riduzione: riduzione del 25% delle emissioni assolute di gas a effetto serra di Scope 1+2, entro il 2030 (rispetto al 2017); riduzione del 26% delle emissioni relative di gas a effetto serra dello Scope 3, entro il 2030, per tonnellate di prodotto finito (rispetto al 2017). Nel corso del 2022, prevediamo di aggiornare i nostri obiettivi per essere in linea con uno scenario di 1,5°C.
Quest’anno Barilla ha cominciato a definire una nuova Agenda ESG: come procede? Avete già deciso qualcosa?
In occasione dei 145 anni del gruppo abbiamo deciso di rinnovare il nostro impegno per la società e per il pianeta. Alla base di questo impegno c’è innanzitutto una nuova Purpose che racchiude in poche parole il “perché” del nostro modo di fare impresa: “La gioia del cibo per una vita migliore”. Al fine di concretizzare questo percorso, abbiamo iniziato nel 2022 la definizione della nuova Agenda ESG, che conterrà obiettivi chiari e misurabili per guidare l’operato dell’azienda negli anni a venire. Le aree su cui continueremo a lavorare ci sono molto chiare. Continueremo a concentrarci su un aspetto fondamentale: il benessere delle persone che ogni giorno scelgono i nostri prodotti, offrendo loro un gusto e una qualità sempre maggiori.
Su cosa vi concentrerete di più?
Rafforzeremo i progetti di agricoltura sostenibile e approfondiremo ulteriormente l’agricoltura rigenerativa. In linea con gli impegni globali, definiremo un piano a lungo termine per continuare a ridurre gli impatti legati alle emissioni di CO2eq nei nostri siti produttivi e lungo le filiere. Continueremo a produrre confezioni progettate per il riciclo ed esploreremo le nuove soluzioni che ci consentiranno di essere sempre meno impattanti. Infine, manterremo il nostro impegno a sostegno delle comunità, consentendo l’accesso al cibo a un numero crescente di persone, favorendo l’inclusione e lo sviluppo dei territori.
(Photo credits: Barilla)