“Non riusciamo a capire questa presenza anomala di batteri nel nostro tratto di mare. Da terra non sono arrivati; i fiumi sono quasi in secca e non piove da tempo. Secondo me qualcuno al largo ha scaricato materiale organico. Vedremo cosa ci diranno le analisi quotidiane che verranno effettuate dall’Arpa“. A parlare con GEA è Mauro Vanni, presidente della cooperativa bagnini di Rimini, presidente nazionale di Confartigianato imprese demaniali e gestore del Bagno 62. La notizia riguarda lo stop alla balneazione in 28 tratti della costa romagnola, da Goro (Ferrara) a Cattolica imposto oggi dall’Arpa Emilia Romagna per la presenza fuori norma di escherichia coli, un batterio dell’intestino umano e animale.
“Abbiamo ricevuto la comunicazione di Arpa mercoledì sera – spiega Vanni – quindi abbiamo proceduto con la sistemazione della cartellonistica in spiaggia e delle bandiere rosse e bianche sui pennoni dei salvataggi per informare i turisti sul divieto di balneazione. Ma molti comunque il bagno lo stanno facendo lo stesso; ci chiedono il motivo dei cartelli, noi spieghiamo la situazione, ma a causa del forte caldo, diverse persone si sono bagnate in mare. D’altronde non possiamo bloccarli“.
Ma questi batteri, in piena stagione balneare, come ci sono finiti in mare? “Ce lo stiamo chiedendo anche noi – prosegue Vanni – si tratta di una situazione anomala. Non è come gli anni scorsi, quando poteva verificarsi uno sversamento imprevisto. Qui non è piovuto, per cui da terra non può essere arrivato nulla. Potrebbe essere stato qualcuno al largo. Ora Arpa continuerà ogni giorno a effettuare analisi finché l’acqua del mare non sarà di nuovo a norma; staremo a vedere cosa ha provocato questa anomalia“.
Martedì scorso, riferisce Arpa Emilia Romagna “sono stati effettuati i campionamenti programmati nei 98 punti di misura individuati lungo la costa emiliano-romagnola. Le analisi hanno evidenziato il superamento dei limiti normativi in 28 di questi punti, e per tale ragione si è reso necessario un divieto temporaneo della balneazione, in attesa del rientro alla normalità dei parametri previsti dalle norme. In particolare i divieti riguardano un tratto nel comune di Goro (Ferrara), il tratto di Pinarella di Cervia (Ravenna) e 26 tratti in provincia di Rimini (nei comuni di Bellaria-Igea Marina, Rimini, Riccione, Misano Adriatico e Cattolica). Sono in corso i campionamenti aggiuntivi per verificare il ritorno all’interno dei limiti: 14 sono già stati effettuati, mentre gli altri, a causa delle avverse condizioni meteomarine, saranno effettuati nella giornata di oggi“.
Secondo gli esperti dell’Agenzia per l’ambiente “la situazione riscontrata è senza dubbio anomala e sono in corso alcune verifiche per comprendere le cause che hanno generato questa inattesa situazione. Al momento le ipotesi possibili per spiegarne le cause sono rappresentate da un insieme di eccezionali condizioni meteorologiche, idrologiche e marine (temperatura dell’acqua molto elevata da molte settimane con valori oscillanti intorno ai 30°, prolungata assenza di ventilazione, scarso ricambio delle acque, mancata diluizione delle immissioni nei corsi d’acqua che arrivano a mare per la forte siccità), che, sommandosi, possono aver avuto un effetto particolarmente impattante sulla composizione delle acque marine“. Domani, anche sulla base dei dati che emergeranno dagli ulteriori campioni prelevati, è previsto un incontro in Comune a Rimini fra tutti gli enti e i soggetti interessati per analizzare la situazione e valutare le eventuali misure da intraprendere.
“Il monitoraggio delle acque di balneazione, che ha l’obiettivo di riconoscere e ridurre le possibili cause di inquinamento – spiega Arpa -, si esegue stagionalmente in 98 punti del litorale attraverso il prelievo di campioni periodici, effettuato da Arpa in collaborazione con la Capitaneria di porto. Le analisi, condotte sulla base della normativa nazionale, vengono effettuate nel laboratorio Arpa di Cesenatico, che ha recentemente ottenuto l’accreditamento da parte di Accredia, ente unico nazionale di accreditamento. Per ogni campione vengono controllati due parametri microbiologici (Escherichia coli ed Enterococchi intestinali). Il superamento dei limiti previsti dalla normativa, anche di uno solo di essi, determina il divieto temporaneo della balneazione nel tratto di costa interessato. La revoca del divieto avviene quando, a seguito di ulteriori campionamenti, i valori dei parametri si normalizzano“.